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Workers beside the Wilderness

Workers beside the Wilderness
[Lavoratori accanto alla Natura]

 

> Si capisce che sono stanchi e si stanno riposando, fumando una sigaretta, che deve avere lo stesso sapore di quello che si direbbe petrolio, che impregna le loro tute, le loro mani e le loro facce.

> Ci sembra di conoscerli, ma hanno un volto che potrebbe essere scambiato con quello di un altro.

> Ci chiediamo che lavoro svolgano, quale emergenza abbiano dovuto affrontare, ma non fino al punto di volerlo sapere veramente, sia perché non è il nostro lavoro, e non capiremmo, sia perché abbiamo imparato che ognuno ha il suo posto, la sua funzione.

> Ci chiediamo vagamente se quella alle loro spalle sia una finestra vera o propria, presso cui si sono seduti per respirare un po’ d’aria fresca, o se sia solo un manifesto, una foto come quelle appese nelle sale d’attesa; ma anche se così fosse, una foto è meglio di niente, ci affrettiamo a pensare.

> Non lo sappiamo, però immaginiamo che i due provino conforto al pensiero che almeno fuori dal luogo in cui espletano la loro gravosa funzione, si perpetua ancora, infinito, il regno di Madre Natura.

> Ci riflettiamo, osservando anche noi quella che parrebbe una laguna [o la sua riproduzione], la cui bellezza primordiale è certamente depositaria e custode di segreti e sedimenti tali da far sembrare insignificante ogni impresa dell’Umanità, che della Natura si è resa padrona.

> Commossi dalla nostra stessa, spontanea comprensione, indugiamo con lo sguardo sulle acque dalle quali è sorto l’Uomo stesso, inoltrandosi lungo il suo tortuoso e glorioso quanto nefasto cammino, e ci chiediamo cosa mai possa averlo spinto a diventare tanto ingordo da fare a pezzi e divorare la sua stessa Madre, ad asservire i suoi stessi simili, pur di portare a termine il suo dissennato progetto di riformulare il Creato.

> Per fare cosa, e andare dove, ci chiediamo, guardando la laguna.

> Quanto al petrolio, non ci chiediamo di dove venga, o perché ne siano sporche le loro mani e le loro tute, sia perché non ce n’è bisogno, sia perché lo sappiamo.