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Ipotesi per una Maria – Recensione

La mostra di Marco Useli ha incuriosito e stupito i visitatori del MancaSpazio, sede principale.

Contrasti, simmetrie, dimensioni varie.

Le opere catturano l’occhio e lo portano verso sé come un magnete, chi osserva indaga sulle forme e sulla sacralità.

La mostra Ipotesi per una Maria, curata da Chiara Manca e Luca Scarlini, è nata quasi come conseguenza naturale del lavoro svolto dall’artista.

“Negli ultimi anni mi capita spesso di accettare parecchie commissioni, anche particolari – dice Useli -. Rientrato a Dorgali un anno e mezzo fa un privato mi chiede un’Annunciazione. Sono rimasto un po’ scettico inizialmente, in seguito ho avuto modo di ragionare. Non avevo mai toccato temi sacri e non leggevo da un po’ di tempo qualche passo della Bibbia. Ho accettato questa nuova sfida in tutta serenità. Da lì bozzetti su bozzetti. Per opere come queste devi rispettare delle regole ben precise: l’angelo sta dentro l’hortus conclusus e la figura femminile dentro un’architettura, a seguire l’ulivo, il giglio. C’è sempre un’illuminazione dall’alto, la colomba. Elementi che nella storia dell’arte si sono ripetuti sempre”.

L’artista Marco Useli ha impiegato quattro mesi solo per il progetto

“Una peculiarità di questo lavoro è l’aver fatto posare modelli, realizzato uno shooting fotografico con pose stabilite e, a seguire, i dipinti dell’Annunciazione in maniera figurativa”, spiega. “Ho iniziato con il realizzare schizzi in una tela relativamente piccola, 63x45cm circa. Altri mesi di lavoro fino all’arrivo di Luca Scarlini che vedendoli decide di fare una mostra dedicata, inizialmente fuori Sardegna. In questa prima fase Chiara Manca non c’era, ma veniva spesso in studio. Luca e Chiara si conoscono, lui fa tappa continua in Sardegna, la collaborazione è nata così. Ho intensificato il lavoro, sviluppato il tema. Scarlini mi ha dato ulteriori stimoli, con l’approfondimento e la conoscenza di alcune opere classiche, che mi hanno permesso di perfezionare alcune idee, diventate poco dopo elementi fondamentali della mostra. In studio Chiara Manca ha visto tutti gli sviluppi e per certi versi abbiamo stabilito in che direzione muoverci”.

Nel mezzo un lavoro continuo che Useli descrive

” I colori sono stati scelti per motivi precisi. Trovo che il nero e il giallo siano un abbinamento perfetto, lo utilizzavo spesso nei primi anni duemila. Ho ripreso questi due colori dopo aver conosciuto, grazie a Scarlini, l’Annunciazione del maestro Andrea Di Nerio. Ho iniziato perciò nuovamente con questo accostamento creando estetica nel quadro e nella mostra”.

Nella galleria e spazio espositivo si cammina tra riflessi di pittura a olio e dettagli astratti, punto focale giunti sulla parete sinistra è la Conversione di Saulo, un olio su tavola e un’incisione a maniera nera collocata all’ingresso sul lato destro

“La Conversione di Saulo un’opera che viene dal buio alla luce, un po’ caravaggesca. Il San Giorgio è stato sviluppato in maniera minimale su carta. L’incisione ha incuriosito molti, ho riscoperto e utilizzato la tecnica a maniera nera in occasione della mostra; utile, anche in quel caso, per illuminare il buio. Da una lastra scura, infatti, si ricavano i bianchi e il grigio”.

Una mostra varia e articolata, colpisce inoltre la presenza di una terracotta.

Un artista che si presenta in varie modalità spaziando dalla pittura all’incisione, da osservare con attenzione, anche nelle piccole cose.

Infatti più ci si concentra sulle opere più emergono dettagli.

Useli riesce a comunicare perfettamente creando sinergie e attrazioni. Una mostra densa di concetti ed espressioni nuove, da togliere il fiato.

 

Giovanna Pittalis

(PH Gigi Murru)

Marco Useli 

Marco Useli nasce a Nuoro il 21 luglio 1983. Frequenta l’istituto d’arte di Nuoro con l’indirizzo Progettazione interni. “Mi ha caratterizzato tanto per certi versi trasmettendomi un legame profondo con la progettazione, la materia e la realizzazione di manufatti”, dice.

Nel 2007 si laurea presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, indirizzo pittura. Una strada che aprirà nuove vie “Ho sempre dipinto da autodidatta sin dai dieci anni – racconta di sé l’artista -. Una forte passione sviluppata in maniera quasi casuale. I docenti che ho avuto nel corso del tempo mi hanno influenzato tanto”.

Alcuni di loro capirono che la sua strada si tracciava tra minimalismo e astratto. “Ho sviluppato la tecnica del rullo, utilizzata tantissimo nella mia pittura. Caratterizza i miei lavori a livello estetico e concettuale. Ho sperimentato l’incisione per quattro anni in Accademia – afferma -. Ha un lato artigianale molto forte, soprattutto per i ragazzi dei primi anni e pertanto non viene compresa facilmente. La si abbandona”.

“Ho avuto modo poi di riprendere quest’ultima tecnica in una seconda fase, passati anni e anni dagli studi accademici. La pittura nel mentre è stata mia compagna di viaggio. Dopo un biennio londinese, studio per il master di architettura al politecnico di Milano in Progettazione contemporanea con la pietra – racconta -. Si sono aperte per me ulteriori porte dove l’architettura, prima sfiorata, si palesa in maniera straordinaria”.

Nel 2010, sempre a Milano, conosce la stamperia che lo affascina e caratterizza. Dal 2012 fa parte della Milano Printmakers, un’associazione che si occupa di sviluppare la ricerca nella grafica d’arte e per il quale fa lo stampatore a Milano e in Sardegna. “Grazie all’associazione ho sperimentato e approfondito l’incisione, sviluppando tecniche che reputo mie per via di strumenti insoliti e linee estetiche particolari – dice entusiasta -. Per l’incisione su legno, ad esempio, utilizzavo spazzole in ferro che consentono di sfibrare il materiale”.

Una sorta di ritmo di ripete nei suoi lavori, anche con la xilografia. “La prima incisione che ho esposto era lunga 300x120cm. È stato inaspettato anche per chi doveva stampare. È difficile reperire certe grandezze e materiali”.

Marco Useli attualmente vive e opera a Dorgali dove ha aperto uno studio nel 2017, spazio nel quale, oltre a mandare avanti la propria ricerca artistica, ospita mostre, laboratori di pittura e incisione sotto la sua curatela. “Avevo lo studio a Dorgali già da allora per i periodi estivi. Dopo la pandemia ho deciso di tornare. Sono contento di questa scelta”. Tra le abitudini il disegno “Disegno tanto dal vivo – dice -. Sono appassionato di trekking, cavalli e viaggi. Spesso capitava di essere un po’ scontato. L’idea poi è stata quella di fotografare lo schizzo del Moleskine che porto sempre con me. È un modo di studiare e ricordare il paesaggio insieme agli altri elementi. Ogni mese ne produco almeno venti. Entrano a far parte di un archivio che sfoglio e analizzo. Cerco di tenere una sorta di leggerezza, lontana dalla perfezione. Si tratta di disegni rapidi e poco curati, solo il dieci per cento si trasformano in opere nel giro di un anno”.

Abitudine e costanza accompagnano i suoi lavori. La creatività si sviluppa in tutte le maniere senza limiti “Nei bozzetti non mi basta mai la matita – afferma -. Utilizzo penna, pennarelli. Passo subito dal piccolo formato a quelli più grandi. Cambio spesso tipo di carta e sperimento usando strumenti diversi senza distinzione come tempere, acquerelli, chine, olio; nel corso della giornata possono variare, consentendomi di valutare più materiale. Ho bisogno di essere sempre razionale e progettuale, è parte di me, probabilmente anche per questo l’incisione è parte della mia vita”.

Marco Useli oggi è pittore, incisore e progettista. Dal 2002 espone in spazi pubblici e privati trasmettendo una sensazione di silenzio e sacralità nei confronti dell’arte percepito da chi osserva attraverso sguardi diretti, permanenti come inchiostro.

Gli occhi degli spettatori mirano sulle sue opere esaminando ogni dettaglio come una penna che traccia un solco sul foglio.

Marco Useli riesce a rendere tangibile l’universalità attraverso linee libere e accurate. Un genio in continua evoluzione.